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Riportiamo alcuni interventi relativi all'impatto negativo che la revisione del Piano Industria 4.0 avrà sulla competitività del sistema produttivo italiano, qualora venga messo in atto così come indicato.

“Il cambiamento delle aliquote di Industria 4.0? È solo uno dei problemi. Quello che più preoccupa è la totale mancanza di una visione, di una strategia per lo sviluppo”.

Sul Sole 24 Ore parla Giulio Pedrollo, Vice Presidente per la Politica industriale di Confindustria.

“Industria 4.0 - dice - non è solo incentivi, ma una visione di politica industriale che accanto ai bonus prevedeva azioni sulla formazione, la creazione di un ecosistema innovativo articolato attorno a digital innovation hub e competence center, superammortamento e Sabatini-bis, potenziata per interventi 4.0. Insomma, un piano organico, per un paese smart e connesso di cui ora si è perso completamente il senso”.

A preoccupare, inoltre, è la deriva complessiva del sistema: “Al di là di tutte le divisioni politiche – aggiunge – pensavo che su questi temi si potesse trovare una unità di intenti, soprattutto guardando a quanto accaduto nelle fabbriche”.

A prevalere, in questo momento, è il pessimismo sulla manovra. “Spero di sbagliarmi – conclude Pedrollo – ma finora c’era un progetto che funzionava mentre adesso vedo un salto nel buio e sono molto preoccupato. Se queste anticipazioni fossero confermate si tratterebbe di uno stop allo sforzo di rinnovamento del paese: un grave errore di questo Governo. L’ennesimo, purtroppo”.

pdf Intervista+Pedrollo+Sole24ore 19 10 18 (306 KB)

 

"Manovra: assolutamente insoddisfatti, per PMI più penalizzazioni che aiuti"

"Impresa dimenticata, non è questa la strada per crescere”. Sul Sole 24 ore parla Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria di Confindustria.

“La sensazione - dice - è che non ci sia purtroppo alcuna comprensione del ruolo svolto dall'impresa e della sua importanza nella creazione di posti di lavoro, export, servizi ad alto valore aggiunto: se non si fa girare l'impresa non gira nient'altro”.

Perplessità di Robiglio anche sul pacchetto fiscale predisposto dal Governo: “In concreto non vediamo alcun aiuto - aggiunge - e in generale siamo assolutamente insoddisfatti di quanto fino ad oggi stiamo leggendo sulla Legge di Bilancio". Per le piccole e medie imprese al momento ci sono più penalizzazioni che sostegni. "Ad esempio è venuta meno l'Ace, che era l'aiuto alla crescita economica per sostenere la ripatrimonializzazione delle imprese, sostegno ora sostituito da un abbattimento dell'Ires che al momento non è chiaro nei suoi meccanismi e nella sostanza". L'altro nodo è la flat tax, "tanto sbandierata in campagna elettorale quanto poi totalmente ininfluente per le piccole e medie imprese: alla fine mi pare un'agevolazione limitata ad un massimo di euro di ricavi, quindi rivolta esclusivamente ad alcune partite Iva e ai professionisti: ma non basta avere una partita Iva per essere definiti impresa. Se dopo mesi di proclami si arriva a questo, allora forse c'è un concetto sbagliato di quello che è il mondo della produzione".

In generale si lamenta anche una mancanza di confronto, un'azione del Governo unilaterale senza ascoltare il parere del mondo produttivo. "Non siamo mai stati coinvolti in riflessioni comuni - conclude Robiglio - e al netto degli slogan sulla presunta difesa delle lobby vorrei ricordare che dei 160mila associati a Confindustria, il 97% è rappresentato da Pmi, proprio quel segmento di economia definito più volte dal Governo come patrimonio nazionale da salvaguardare".

pdf Intervista+Robiglio+Sole24ore 18 10 2018 (177 KB)

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